La manovra finanziaria da 24 miliardi

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Siamo giunti alla fase finale per l’approvazione della Manovra Finanziaria per il 2024.

Intanto, sarebbe necessario, per capirci qualcosa, mettersi d’accordo su di una questione di fondo: “cosa è una manovra finanziaria”.

Per non sbagliare ci riferiamo a Treccani: “Insieme organico di misure di politica economica, in particolare fiscali e monetarie, …., volto a raggiungere determinati obiettivi … Le misure intraprese … vengono stabilite per ottenere risultati differenti da quelli raggiungibili con la legislazione vigente”.

 

Quindi, se abbiamo capito bene, dopo aver osservato lo scenario socio economico del Paese nella sua complessità e nel contesto internazionale, chi governa progetta di fare degli “aggiustamenti” per migliorare le condizioni generali nell’anno a venire. E lo fa con interventi legislativi, secondo la propria visione del Paese,

Gli aggiustamenti costano ed è di tutta ovvietà che chi governa ha a disposizione i soldi che avrà in saccoccia, cioè quelli che prevede di incassare (gettito fiscale). Se questi non dovessero bastare, allora si dovrà ricorrere al debito pubblico.

Leggete l’articolo xxxxxxx per avere un quadro completo delle procedure per arrivare alla approvazione parlamentare della manovra.

Il costo della manovra per il 2024, pensata dall’attuale governo, è di € 24mld.

Su che misure saranno distribuiti questi soldi?

In sintesi: circa € 15 mld per l’Irpef e il taglio del cuneo fiscale; circa € 5 mld per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione; circa € 3 mld per la sanità; spiccioli per altro.  

Questi soldi stanno nella saccoccia del governo?

Purtroppo NO.

Solo € 8 mld si reperiscono facendo tagli in qualche settore, che di sicuro vivrà momenti di infelicità.  Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sul tema, dichiara: “Si è attuata una spending review significativa, del 5% su tutte le spese discrezionali, eccetto regioni ed enti locali”.

Sembra proprio che la spesa pubblica italiana sia incomprimibile.

Per il resto, € 15 mld, si dovrà ricorrere al prestito/debito pubblico.

Qui scatta l’opposizione che dice che la manovra avrebbe dovuto essere più coraggiosa e, pertanto più espansiva. In altri termini servono più soldi.

Eliminando tutte le farraginosità delle polemiche incrociate che ci fanno perdere tempo e ci distolgono dall’obiettivo, il nocciolo del confronto è tutto qui: servono più soldi. Ma, per avere più soldi i percorsi sono tre.

Il primo: lotta all’evasione che, dicono, è di oltre € 100 mld: sarebbe un bel colpo. Ma ci vuol tempo. Tutti i governi precedenti, questo non ne ha avuto il tempo, affermano di averla fatta. Ma noi siamo ancora qui, con una enorme evasione che non cala mai.

Il secondo: una ben incisiva spending review ma anche qui ci vuole del tempo. Si rischia di mandare a casa qualche milione di persone che vivono da percettori di soldi pubblici e le reazioni sarebbero durissime.

Il terzo: aumentare le tasse. Ma qui siamo a livelli di tassazione insuperabili e si preferisce non eccitare una rivoluzione sociale.

 

Allora? Ci tappiamo il naso e ricorriamo al debito.

Ma anche qui l’occhio attentissimo della EU tarpa le ali: l’attuale opposizione lo sa benissimo avendo governato, allegramente, per oltre un decennio.

Non rimane altro che fare, di necessità, virtù.

La qua cosa ha già, peraltro prodotto risultati positivi con la conferma del rating dell’Italia da parte delle agenzie deputate.

Purtroppo il nostro debito pubblico è enorme.

Ci si dovrebbe chiedere dove siano andati a finire tutti questi soldi. Certamente non in investimenti altrimenti saremmo ricchi tutti quanti. Saranno nelle tasche di qualcuno …

 

Ma è proprio vero che l’Italia, per mantenersi, spende poco come si sente dire in giro? Tutti i settori della Repubblica chiedono soldi: sarà dunque vero

A tal proposito abbiamo un grafico che risponde a questo interrogativo.

Esso è tratto da dati di Eurostat – sezione “Economy and finance” ed è redatto da “AlterVista”.

Mostra la percentuale della spesa pubblica e degli interessi del debito pubblico sul PIL per l’anno 2022.

Ebbene la spesa pubblica italiana (56,7% sul PIL – colonna blu, seconda solo alla Francia) è tra le più elevate d’Europa. Il costo del debito pubblico (4,4% sul PIL – colonna arancione) è il più alto d’Europa.

Inoltre dobbiamo ricordare che la spesa pubblica è addendo del PIL.

Si conclude che L’Italia non è certamente  un paese liberista o neoliberista che professano uno Stato “leggero” e quindi una bassa spesa pubblica.

Anzi, lo Stato è molto presente in ogni settore; con il settore pubblico gioca un ruolo importante nell’economia del paese e nella vita dei cittadini.

L’Italia è un Paese statalista ad organizzazione fortemente burocratica.

Non sarà quesro il problema?

In conclusione, non si è di fronte a necessità di soldi, ma a necessità di organizzazione d’efficacia/efficienza e buon governo.

 

Antonio Vox

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