«Le aziende sanitarie pugliesi sono obbligate a potenziare, in ambito territoriale, attraverso i propri uffici aziendali e distrettuali competenti, compresi i servizi farmaceutici, le attività di verifica sull’appropriatezza delle prescrizioni emesse da parte dei medici di Medicina generale al fine di assicurare l’attività di farmacosorveglianza e di controllo della spesa farmaceutica».
E’ quanto possibile leggere in un passaggio della lunga nota con la quale l’Asl di Foggia replica alla protesta del Sindacato dei medici italiani (Smi) della Puglia per i rimborsi chiesti ad alcuni medici di famiglia per farmaci prescritti gratuitamente ai pazienti.
Nel caso dell’Asl del capoluogo dauno, l’obiettivo assegnato dalla Regione è «di un risparmio di 7,5 milioni di euro per il 2023″ sulla farmaceutica. «Recependo le indicazioni regionali – si difende l’Asl – è stato deliberato un Piano operativo sul contenimento della spesa farmaceutica che assegna ai medici di medicina generale un preciso budget di spesa, ponderato sul numero degli assistiti e sull’incidenza di induzione di spesa del singolo medico». E aggiungono dall’azienda sanitaria: «Alcuni medici ad alto impatto di spesa, pur convocati ufficialmente dal direttore generale, hanno declinato la propria partecipazione agli incontri ed hanno scelto di non presentarsi agli audit».
(fonte e foto: ansa)