Il Regolamento di Polizia Locale è chiaro ed, al comma 1 dell’art. 10 afferma: «è vietato, salvo quanto espressamente autorizzato dalla competente Autorità locale di Pubblica Sicurezza e dall’Amministrazione Comunale, far esplodere petardi, articoli pirotecnici o fuochi d’artificio di qualunque genere, ad eccezione di quelli ad esclusivo effetto luminoso, in tutto il Centro abitato».
Un Regolamento che, dunque, non vieta in assoluto i fuochi d’artificio, con buona pace di chi, invece, continua ad affermare la bontà di un provvedimento di tutela a difesa degli animali, ma li vieta in tutto il centro abitato.
Già dallo scorso anno nella città di Andria si è aperto il dibattito proprio sui fuochi d’artificio negati ai fedeli e devoti dei Santi Patroni in occasione del trasferimento del Simulacro al Santuario della Madonna dei Miracoli e della Festa Patronale, a settembre. Un divieto che, da Palazzo di Città e dal Vescovado affermavano essere a tutela e salvaguardia del Creato ma che, in effetti, era un vero e proprio castigo per la città di Andria privata di un’antica tradizione. Infatti quei fuochi che gli stessi fedeli avrebbero voluto pagare a proprie spese e con il contributo di tantissimi commercianti, vennero negati nonostante sarebbero stati fatti brillare in aperta campagna, ad alcuni chilometri dalla città e fuori dal centro urbano ed abitato, quindi in perfetta regola e rispettando alla lettera il vigente e citato Regolamento di Polizia Locale.
Nessuna autorizzazione, nonostante la richiesta formale alla Questura ed anche quest’anno nessuna risposta alla pec inviata dal responsabile alla stessa Questura di Barletta Andria Trani. Eppure in quel Regolamento è scritto: «salvo quanto espressamente autorizzato dalla competente Autorità locale di Pubblica Sicurezza e dall’Amministrazione Comunale». In pratica tutto deve passare attraverso l’Amministrazione comunale che, a suo insindacabile piacimento, può autorizzare i fuochi a secondo delle simpatie o peggiori criteri di “selezione”. Un Regolamento scritto alla “Io So’ Io e Voi …”.
A fronte di questo acceso dibattito cittadino che, al contrario, vede brillare fuochi d’artificio in tutte le Feste Parrocchiali della città dove nessuno osa metterci “il naso”, la situazione cambia completamente nella più nota Piazza Catuma, sotto la casa del Vescovo, dove si ripetono le accensioni illegali di fuochi d’artificio, praticamente ogni sera. In barba al Regolamento suddetto che, evidentemente, vale solo per chi vuole stare in regola e sfidando lo stesso divieto del Vescovo, proprio sotto il Vescovado c’è chi se ne frega dei 25 euro di multa, quando questa dovesse essere elevata ma se in piazza Catuma non ci sono quelli che la multa la devono fare non la fa nessuno, ed in quella piazza sparano in continuazione, fregandosene persino della presenza del Colosso di Andria che vorrebbe rappresentare la “cultura”.
Ad intervenire sul delicato caso è l’Attivista Sociale Savino Montaruli dell’Associazione di Impegno Civico “Io Ci Sono!” che dichiara: «una vera e propria sfida quelli di balordi che mancano di rispetto al nostro Vescovo don Luigi Mansi, andando a sparare i fuochi d’artificio sotto il Vescovado in Piazza Catuma. Un affronto disgustoso che vede, ancora una volta, le istituzioni e l’amministrazione comunale inerte ed inetta visto che proprio in quella piazza non esiste alcun presidio a controllare il luogo più frequentato di Andria. Quei fuochi fatti brillare con tanta frequenza anche in tutti gli altri quartieri della città di Andria sono l’esempio di quanto solamente chi vuole essere in regola e chiede l’applicazione delle regole venga emarginato e persino “punito” in questa città. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza al Vescovo Mansi per questo vile affronto incitando l’amministrazione comunale ad affermare il rispetto delle regole in una città fuori controllo. Se poi il Prefetto voglia rendersi conto che in città la realtà è ben diversa da quella raccontata sarebbe cosa buona».