Andria, piscina comunale. Un epilogo funesto già ampiamente annunciato

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Nessuno ci ha mai creduto, sicuramente neppure coloro che hanno tentato una strada che era ampiamente prevedibile non portasse da nessuna parte. A quelle condizioni sarebbe stato impensabile credere che qualche sensato essere umano avesse potuto sperperare tanto denaro assumendo l’onere della gestione della piscina comunale, o meglio del rudere che resta di essa.

A criticare la scelta dell’amministrazione comunale di perdere ulteriormente tempo su una questione delicatissima che sicuramente sarà lasciata in eredità alla prossima amministrazione comunale che, fra due anni, si avvicenderà a questa in via di estinzione, sono gli attivisti dell’Associazione di Impegno Civico “Io Ci Sono!”, peraltro in questi anni punto di riferimento delle lamentele espresse da parte dei genitori di atleti e dello stesso personale lasciato per strada.

Proprio dall’Associazione fondata dall’Attivista Sociale Savino Montaruli, dichiarano: “perdita di tempo nella consapevolezza di scelte sbagliate. Non osiamo immaginare la faccia di quell’unico potenziale partecipante alla gara nel momento in cui ha aperto la porta di ingresso ad una struttura ormai portata al degrado assoluto, inguardabile. Con che coraggio è stata aperta quella porta? Con quale illusoria pretesa qualcuno da Palazzo San Francesco abbia potuto seppur lontanamente pensare che qualche pazzoide fosse interessato a quelle condizioni d’uso della struttura? Al fallimento di quelle scelte non se ne aggiungano altri. Si sente parlare di altri artifizi, Project financing o altre diavolerie che già si sono rivelate fallimentari in altre circostanze, come nel caso dell’area mercatale attrezzata in via Bisceglie, naufragata con i naufraghi ancora oggi sul trono di cartone.

Soluzioni come quella adottata per il prestigioso e molto remunerativo Campo di Padèl? Chissà! Perché no? Cosa cambierebbe? Quali “differenze”? Auspichiamo che persone di grande esperienza e capacità, vicinissime a questa amministrazione comunale, come ad esempio il dott. Vincenzo Caldarone, già sindaco di Andria e profondo conoscitore dei meccanismi, possa dare un buon consiglio a chi si avventura in esperienze poco edificanti che continuano a portare la città di Andria in fondo al baratro.

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