Negli ultimi giorni di Agosto, la giunta Regionale ha deciso di investire parte dei fondi ricevuti attraverso il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) acquistando otto nuove apparecchiature tac da distribuire nelle strutture sanitarie regionali.
Le nuove tac sono destinate agli ospedali Di Venere in Carbonara di Bari, al San Giacomo in Monopoli, all’ospedale San Paolo, a quello di Altamura. Altre quattro tac sono assegnate al presidio di Terlizzi, di Bitonto, che si aggiungono a quelle già in servizio presso l’ospedale di Corato, Putignano e il distretto di Conversano.
Inoltre sono stati acquistati programmi applicativi per esami diagnostici cardiovascolari, polmonari neurologici e per procedure di altre indagini anche addominali. Senza dubbio, sono ottime notizie per l’utenza locale e regionale, ma sembra che queste sparute iniziative intraprese grazie a fondi aggiuntivi (la Regione Puglia, sanità regionale è tuttora in piano di rientro, come stabilito dai risultati del tavolo tecnico degli adempimenti nell’intesa Stato Regioni a causa di un disavanzo del 7%. e le accise che paghiamo sono anche motivo dell’alto prezzo del carburante in Puglia) forniti dal PNRR, non tengano conto delle reali esigenze sanitarie presenti sul nostro territorio.
La recente pandemia da Covid, ha messo in evidenza le carenze strutturali e organizzative di una Regione che non ha adottato il piano pandemico, così come non ha fatto il Ministero della Sanità Nazionale, Ma i bisogni della sanità territoriali, sono stati quelli più visibili nelle disorganizzate iniziative di contenimento adottate dalla regia di comando locale, così come da quella nazionale. Perché non tenerne conto e tamponare le falle la dove sono state rese più evidenti? Tralasciando le competenze che riguardano le due cabine di regia, Regionale e Nazionale, non sarebbe stato più razionale prendere decisioni in base alle carenze organizzative e di intervento registrate durante la recente disavventura sanitaria, costellata di morti e di invalidi, (tuttora in essere) piuttosto che avventurarsi nell’acquisto di apparecchi in grado di fare diagnosi ancora più precise , non seguite da altrettanto efficaci terapie?
Le terapie intensive hanno mostrato carenze numeriche durante la Pandemia e nemmeno l’intervento del commissario straordinario è stato sufficiente per raggiunto un numero congruo di posti letto, tanto da evitare ai medici strategie di opzione fatte in emergenza per decidere chi sostenere in terapia e chi sacrificare.
Una attenta valutazione delle falle messe in evidenza, anche se in periodo di emergenza,( la Puglia tuttora paga per pazienti che scelgono di farsi curare altrove o all’estero) avrebbe dovuto favorire i responsabili nell’ assumere decisioni e iniziative pertinenti. Ma l’utenza potrà usufruire di queste nuove strutture? le odiose liste di attesa, potranno scomparire o presto diventeranno obsolete e inutilizzabili anche queste apparecchiature appena acquistate? Intanto riappaiono numerose le mascherine, il cui utilizzo è stato più volte ritenuto inefficace anzi dannoso (il coronavirus ha una dimensione pari a 100-150 nano metri, cioè miliardesimi di metro, centinaia di volte più piccolo del diametro di un capello, se le mascherine fp3 trattengono particelle di diametro minimo pari a 300 nano metri a cosa servono?) per l’aumento della CO2 che si accumula nel microambiente del limitato spazio respiratorio.
Lasciamole indossare a quelli che devono coprire il volto per la vergogna!
CARLO ZEULI