«Ci sono diversi modi di colpire l’evasione fiscale. C’è quello della sinistra che si accanisce con il negozio di quartiere che da vent’anni funge da punto di riferimento e presidio di sicurezza fino a farlo chiudere per esasperazione e poi esiste un altro modo. Quello di colpire i furbetti alla radice. Quando il governo ha varato il provvedimento nella legge di bilancio 2023 contro le cosiddette attività “apri e chiudi” la sinistra prima lo ha deriso e poi osteggiato». Lo dichiara Lino Ricchiuti, vice responsabile del Dipartimento Imprese e Mondi produttivi di Fratelli d’Italia.
«Dopo pochi mesi dall’entrata in vigore grazie a queste norme l’agenzia delle entrate ha chiuso d’ufficio 1.221 partite iva e acceso i fari su 500 partite iva aperte fra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, che hanno effettuato consistenti operazioni economiche pari a oltre 2 miliardi di euro, oggetti di accertamenti in corso. Nel provvedimento vi è anche l’articolo 15/bis.2 che prevede che a coloro che la partita iva è stata chiusa d’ufficio per riaprirla devono presentare una fideiussione assicurativa o bancaria della durata di tre anni e dell’importo minimo di euro 50.000 o, comunque, parametrato alle violazioni fiscali commesse, se di importo superiore. In 10 anni – conclude – la sinistra ha vessato le piccole attività riducendole di un quinto perché era molto più semplice vessare chi era conosciuto in paese perché da anni sempre nello stesso posto che andare a colpire le vere evasioni: aprono, incassano, spariscono».