Calo demografico nel Mezzogiorno d’Italia: non solo ci sono meno nascite; a preoccupare di più sono i flussi migratori nella consueta direttrice Sud-Nord, soprattutto la migrazione dei giovani meridionali verso il Nord-est.
Gli effetti di questo fenomeno che appare irreversibile? la tenuta del welfare. E, difatti, se i giovani in età da lavoro diminuiscono, diminuisce la cosiddetta popolazione attiva, ossia quella in grado di produrre reddito, di conseguenza cala il gettito fiscale e muta anche il sistema del welfare pubblico con sempre meno richiesta di servizi per la componente giovanile e il crescente fabbisogno di quelli di cura degli anziani: di questo passo il peso degli ultra sessantacinquenni sul sistema sociale del meridione diverrà insostenibile.
Se il trend non si inverte, nel 2030 la popolazione del Mezzogiorno d’Italia scenderà sotto la soglia critica dei 20 milioni di abitanti, con un vero e proprio “tsunami” demografico: i dati Istat sono allarmanti, nel prossimo futuro l’impoverimento demografico potrebbe diventare irreversibile.
Tema, questo dei divari territoriali tra Nord e Sud del Paese, di scottante attualità in questo momento storico in cui si discute di autonomia differenziata regionale.