La mancanza di una vera e propria classe politica, autonoma e indipendente dal potere congiunto dell’Intelligence e dei militari (entrambi, a loro volta strettamente connessi con gli interessi del mondo delle centrali finanziarie anglo-americane) è con buona probabilità, all’origine non solo dell’aberrante vita democratica interna degli Stati Uniti d’America, intessuta di rapporti sotterranei con la criminalità organizzata, di ricorrenti ricorsi a misteriosi assassini di Presidenti della Repubblica, di stragi perpetrate a danno di giovani studenti, e di un uso politico, molto spregiudicato, della giustizia, ma anche fonte della durezza della pax americana imposta ai popoli sconfitti delle molte guerre combattute dagli Statunitensi.
Della particolare e inusuale durezza del Trattato di Pace susseguente alla sconfitta italiana nella seconda guerra mondiale aveva parlato a lungo, nel suo discorso all’Assemblea Costituente Vittorio Emanuele Orlando.
Della sua persistente, inflessibile applicazione da parte dei vincitori del conflitto, a distanza di ottanta anni dalla fine della guerra, non si parla per l’esistenza di una spessa coltre di silenzio unanimemente accettata (se non condivisa per motivi poco commendevoli).
E certo, però, che di essa sono ben consapevoli i governanti (e aspiranti tali) del Bel Paese di centro (da sempre), di sinistra (dal crollo dell’impero sovietico) e di destra (dagli ultimi proclami elettorali).
Sotto questo profilo, si può dire che l’Italia abbia raggiunto la sua “unità”. Come voleva d’Azeglio si sono fatti gli Italiani nel segno della dipendenza (accettata) dagli americani.
Dalla mente e dalla coscienza degli Italiani esula ogni idea che gli Stati Uniti d’America, secondo le direttive del loro Deep State (CIA, FBI, Pentagono) e l’Unione Europea (in base alle esecuzione scrupolosa delle direttive provenienti da Wall Street e dalla City da parte dei due “Dioscuri” di Bruxelles) procedano in stretta simbiosi per mantenere il Paese, insieme agli altri del vecchio Continente in uno stato di soggezione, vicino a quello del totale asservimento; e ciò per finalità chiaramente egemoniche.
La cosa, peraltro, è tutt’altro che sorprendente.
Il mainstream di giornalisti famosi, di politologi ossequiati e riveriti, di scrittori osannati non sfiora neppure “di striscio” un tema di tanta delicatezza.
E ciò, per la considerazione (in se valida e certamente non peregrina) che non vi sono prove per mettere a nudo operazioni che sono frutto di interventi delle Intelligence più agguerrite del pianeta, coperti da segreti impenetrabili e ben protetti.
Negli States, spie e militari (dal cuore duro e dall’indifferenza più piena agli umori popolari) hanno sempre mosso le file della politica ben coperti da un sistema mass-mediatico, presso che totalmente, dipendente dal potere finanziario (e che condiziona fortemente anche il mondo politico).
E’ vero che una classe governante degna di tale nome potrebbe ricavare, da certi fatti accertati, intuizioni utili per capire dove forze occulte e segrete intendano, come suole dirsi, andare “parare” ma in Italia gli esempi di Aldo Moro e di Bettino Craxi non sono certamente incoraggianti per tendere a veder chiaro.
Accertato che una tale classe politica non esiste e forse, non può, oggettivamente, esistere è necessario porsi il problema dell’attuale durata al governo del Paese della coalizione di centro destra che ha vinto (ma non stravinto) le elezioni.
Un governo di legislatura sembrerebbe facilitato:
a) dalle dichiarazioni pre e post elettorali “filo-atlantiche” ed “europeistiche” a tutto spiano di Giorgia Meloni e del suo Ministro della Difesa, Guido Crosetto L’attuale Presidente del Consiglio ha capito che in un Paese come l’Italia senza il beneplacito degli americani non si governa;
b) dagli atteggiamenti para-democristiani di Forza Italia che sul suo contrassegno elettorale ha aggiiunto il riferimento al partito cristiano-sociale europeo e ha dimostrato di avere compreso la lezione delle “legnate” a suo tempo ricevute da Berlusconi;
c) dal finto “decisionismo” sul problema dell’immigrazione della Lega che prende per i fondelli gli Italiani non solo su tale punto (si cambia solo il porto dello sbarco) ma anche sulla frantumazione dell’unità politica del Paese perseguita da Calderoli e soci che va proprio nella direzione di indebolimento dell’unità del Paese, desiderata dal Deep State statunitense. Paesi disuniti e invasi dagli immigrati è ciò che l’intelligence anglo- americana suggerisce per le colonie europee. Non a caso l’Inghilterra, con la Brexit, si è sottratta a tale destino di “Paese colonizzato”, ritenendosi, fondatamente “Stato colonizzatore”.
Se il governo di Giorgia Meloni è certamente facilitato dalle profferte politiche sue e dei suoi alleati, ciò non significa che gli americani le consentiranno una vita facile.
In particolare la Presidente non dovrà toccare né l’uso politico della giustizia (utile per fare fuori uomini politici scomodi) né la dipendenza energetica del Paese dal sistema anglo-americano
Domanda finale: è sicura Giorgia Meloni che la scelta alla Giustizia, per me felicissima, di un uomo competente, preparato e integerrimo come Carlo Nordio, non disturbi Oltre-Oceano? Ed è certa che i suoi viaggi in Algeria e in Libia saranno tollerati a lungo dallo zio Sam?
LUIGI MAZZELLA