«La proposta di maggiore autonomia delle regioni era ed è un’idiozia, in tutti i testi prodotti negli ultimi anni, ossia quelli di Erica Stefani (sostenuto da Cinquestelle, Lega ed Emiliano), Francesco Boccia (sostenuto da Cinquestelle, PD ed Emiliano) e Roberto Calderoli (sostenuto da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia).
In Europa avremmo invece bisogno di minore autonomia degli Stati per assicurarci riforme e progresso, in particolare sui servizi pubblici e le infrastrutture, figurarsi se possa parlarsi di maggiore autonomia delle regioni» – lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea.
«Siamo immersi in un dibattito politico che si rifiuta di misurare la realtà, confrontandosi con la sincerità dei numeri, mettendo a cuocere ipotesi di riforme rispondenti a tutto concedere alla propaganda e al posizionamento politico. Per intuire tutto ciò basta osservare quanto cangianti e situazioniste siano state le posizioni assunte negli ultimi cinque anni dai partiti e da alcuni politici rumorosi e volubili. Che vi sia il bisogno di minore autonomia statale, altro che regionale, è da ultimo dimostrato dalla Gran Bretagna, in uscita dall’Europa per supponenza è ora in uscita anche dalla condizione di benessere. Nei tempi in cui tutte le transazioni economiche e decisioni produttive, anche le più piccole, attengono a dimensione globale e attraverso le tecnologie prive di frontiera, c’è una classe politica impegnata a rinchiudersi in discussioni da metà novecento del secolo scorso, tipo la sussidiarietà, ignara di fabbricare così la sua impotenza nelle decisioni e quindi il suo stesso discredito. Noi combatteremo contro l’autonomia e in tutte le sue diverse ricette. Siamo in Europa e come minimo vorremmo restarci».