I dati di Legambiente scatenano un vero allarme sociale nella città di Andria. A fronte degli ormai consueti silenzi di una politica propagandistica e autoreferenziale a reagire è il mondo associazionistico sganciato da logiche poliasservite. Dalle Libere Associazioni Associazioni Civiche Andriesi, molte delle quali iscritte all’Albo comunale delle Associazioni, non ci stanno a subire i silenzi di fronte al dato rimbalzato su tutte le reti regionali e nazionali secondo cui la città federiciana deterrebbe un triste e preoccupante primato cioè quello di una delle città maggiormente inquinate. Dall’Ufficio di Coordinamento delle L.A.C., fortemente voluto dall’Attivista Sociale Savino Montaruli, dichiarano:
«un dato allarmante e preoccupante che non ci meraviglia affatto, purtroppo. In realtà già le rilevazioni degli agenti aurodispersi nell’aria, nonostante da Palazzo di Città continuassero ad asserire che la strumentazione fosse non attendibile, avevano restituito dati preoccupanti che oggi trovano conferma nel Report di Legambiente che arriva come una mannaia sui cittadini di Andria. A preoccupare è il rapporto Inquinamento ambientale e Salute Pubblica, ripetutamente sollevato dall’Associazione di Impegno Civico “Io Ci Sono!” ma anche dal Comitato Quartiere Europa della 4^ Sezione Ambiente del comune di Andria. Un rapporto estremamente preoccupante anche alla luce dei dati emersi da quel poco che si sa del Profilo della Salute, in eterno colpevole ritardo nella sua elaborazione finale ed aggiornamento. La sollecitazione delle L.A.C. è rivolta anche al mondo scientifico affinché non resti silente di fronte all’aria che si respira in città. Un’aria pesante, pesantissima che passa inosservata mentre sarebbero urgenti provvedimenti amministrativi anche drastici per ridurre l’inquinamento di almeno il 50%. Un mettere la testa sotto la sabbia che forse soddisfa coloro che si sentono inattaccabili e gli irresponsabili ma non di sicuro la popolazione stanca di improvvisazione e di inutile e sterile propaganda fine a se stessa» – hanno concluso.