27 gennaio 2023: Qual è la memoria che manca?

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La Giornata della Memoria della Shoah cade in un momento  tragico per l’Europa e per il mondo.

Siamo nel bel mezzo di un conflitto.  Dopo quasi un anno, una stima approssimativa porta a circa 260mila morti un dato questo, paragonabile a quello delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

Si tratta di una guerra d’altri tempi nella logica tradizionale invasore- invaso e noi siamo nel pieno di una crisi gestita malissimo anche sul nostro versante occidentale.

Si segue  l’ impensabile logica binaria, vincitore-vinto, si cerca la vittoria a tutti i costi e si  combatte la guerra fino alle estreme conseguenze.

L’idea poi di coinvolgerci tutti in una Terza guerra mondiale, per giunta nucleare, è davvero sconvolgente. Mi chiedo  come l’Europa, Comunità che ha ricevuto il premio Nobel per la pace, possa consentire tutto questo.

Non dimentichiamo che la retorica di vincere sul nemico appartiene ai peggiori dispotismi del Novecento, nel 1940 il duce ripeteva alla folla il motto “Vincere! E vinceremo!

Che  l’escalation continua possa addirittura portarci a uno scontro nucleare che distruggerà il pianeta, poco importa. Conta “vincere”, senza alcuna considerazione delle conseguenze è  questo il ragionamento sconsideratamente privo di memoria.

Allora in questo 27 gennaio “Qual è la memoria che manca?”.

I numeri, le parole “milioni di morti” sembrano non raggiungere le nostre memorie.

Questa indiretta esaltazione della guerra non si cura del passato, guarda solo al delirio presente.

Sembra l’ elogio del kamikaze giapponese che, pur di aver ragione, si getta a morire col suo aereo sulla nave americana.

Il vero dramma è la consapevole rimozione delle esperienze storiche che hanno portato a un significativo successo delle alternative alla guerra.

I leader che hanno saputo coniugare l’anelito alla giustizia con la necessità della pace, le grandi figure della nonviolenza, in grado di trascinare i loro popoli verso processi di liberazione, senza far ammazzare le loro stesse genti, sono sistematicamente dimenticati.

Soltanto una giustizia che tenga conto della necessità della vita, e quindi della pace, può ottenere dei risultati desiderabili.

Stiamo perdendo la memoria: se ci lasciamo invadere dal mito della guerra, del mors tua vita mea, non c’è futuro,  si regredisce. 

Come si può pensare di usare le armi per raggiungere la pace? Le armi non aiutano la pace.  Servono solo per uccidere, massacrare, distruggere, nient’altro.

ROSSELLA PELLEGRINO

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