«Purtroppo la cultura autoritaria e nazifascista è ancora radicata nella nostra società. Ritroviamo ideologie neofasciste in alcuni movimenti che cavalcano paure e ansie delle fasce più deboli culturalmente, socialmente ed economicamente». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano a margine dell’iniziativa “Fascismo e discriminazioni di genere”, giornata all’insegna del ricordo e dell’approfondimento sul valore della memoria attraverso l’arte, organizzata da Regione Puglia a Bari con l’Osservatorio regionale sui Neofascismi e Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con Teca del Mediterraneo del Consiglio regionale.
«La Regione Puglia si impegna a mantenere viva la memoria – ha proseguito il presidente – Abbiamo rifinanziato i viaggi del Treno della Memoria, quest’anno partono 2000 studenti pugliesi per andare a vedere con i loro occhi i campi di concentramento. Abbiamo costituito un Osservatorio regionale sui neofascismi, presieduto da Antonella Morga, che svolge un lavoro preziosissimo e che ringrazio insieme al Comitato. Abbiamo persino pubblicato una guida turistica dei luoghi dell’antifascismo in Puglia, in cui sono avvenuti gli avvenimenti più significativi, promuovendone la conoscenza. Grazie all’impegno del maestro Lotoro stiamo progettando la costruzione di una cittadella concentrazionaria, per preservare il patrimonio della musica scritta dagli internati nei campi di concentramento. Stiamo dando gli strumenti affinché non si dimentichi e si impari dagli errori e dagli orrori del passato».
«Abbiamo bisogno di raccontare quei volti e quelle storie che troppo spesso siamo abituati a non vedere o a dimenticare. Noi dobbiamo essere quelli che trasmettono la memoria attiva perché quando i reduci, coloro che sono sopravvissuti alla barbarie dei lager nazisti, non ci saranno più, qualcuno avrà il compito, l’obbligo, il dovere di mantenere attiva questa memoria. E noi lo vogliamo fare con i ragazzi e le ragazze che oggi sono qui e che leggono pezzi di storie vissute da persone. Alcune ancora viventi ma altre che ormai hanno lasciato la loro vita dentro quell’orrore dei lager nazisti», ha concluso Antonella Morga, coordinatrice dell’Osservatorio regionale sui Neofascismi.