Masciopinto sul tentato sequestro: l’imprenditore, vittima collaborativa

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 «Siamo andati molte ore prima rispetto all’orario in cui noi sapevamo che si sarebbe verificato il sequestro lampo. Siamo stati cauti nello spiegare con calma quello che stava per accadere e lui ha compreso, è stato collaborativo perché ha aspettato tante ore con noi senza battere ciglio».

Lo ha spiegato Gesualdo Masciopinto, a capo della squadra mobile della questura di Barletta – Andria – Trani, in riferimento all’operazione di polizia che ha sventato un sequestro lampo ai danni di un imprenditore di Barletta. Masciopinto era in auto con la vittima quando alcuni componenti del commando, lo scorso 22 aprile, avrebbero dovuto portarla via per poi chiedere denaro alla famiglia in cambio della sua liberazione. In sette sono stati arrestati perché accusati in concorso di sequestro di persona a scopo di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. «Comprensibile il pathos vissuto da lui e dai suoi familiari perché contemporaneamente altri colleghi sono andati a casa per metterli in sicurezza», ha aggiunto il dirigente di polizia. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se ha avuto paura ha replicato: «No. Perché, per quanto sia stata una decisione presa all’ultimo minuto, c’era una attività pianificata. Era un rischio calcolato».

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