Ucraina: Pax Christi, Mons. Ricchiuti sconcerto per la decisione dell’Italia di inviare armi

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«La condanna all’aggressione operata da Putin è totale. La guerra è sempre una tragedia. Ma non possiamo con questo dimenticare, o peggio ancora assolvere, la Nato (di cui l’Italia fa parte) dalle sue gravi responsabilità. Sono sconcertato dalla decisione del Governo e del nostro Parlamento di inviare armi all’Ucraina’».

Lo afferma il presidente di PAX Christi, Giovanni Ricchiuti, vescovo della diocesi di Altamura, Gravina in Puglia e Acquaviva delle Fonti (Bari), che annuncia un presidio del movimento cattolico pacifista in programma domani a Roma.

«Resto senza parole leggendo le dichiarazioni del nostro ministro della difesa, Lorenzo Guerini, su La Stampa di oggi, che oltre a ritenere uno scenario possibile una guerra che può durare 10-20 anni – aggiunge Ricchiuti – alla domanda del giornalista sulla decisione della Germania di aumentare le spese militari fino al 2% del Pil, risponde: ‘Noi abbiamo un trend in crescita da quando sono ministro: da settembre del 2019 a oggi, il bilancio della Difesa è cresciuto di oltre 3 miliardi e mezzo, siamo all’1,4% del Pil. Si tratta di fare più investimenti per presidiare un pezzo della nostra sovranità nazionale e tecnologica’. No, signor ministro, ‘mostrare i muscoli’ non può essere, e non potrà essere la strada che porta alla pace», sottolinea Ricchiuti per il quale non valgono le parole ‘si vis pacem, para bellum’, sostituite dal motto ‘Se vuoi la pace, prepara la pace, non la guerra!”.

«Mi sembra che qui si vedano ben chiari i grandi interessi delle lobby delle armi – aggiunge monsignor Ricciuti sottolineando la posizione di PAX Christi – non per niente da tempo sono in aumento le spese militari. Non ci sono i soldi per tante necessità ma per le armi si trovano sempre. E si decide addirittura di destinarle a zone di guerra, rendendoci, secondo alcuni esperti analisti, un Paese belligerante’». Sulla scia delle parole di Papa Francesco sulla conversione nel periodo della Quaresima, Ricchiuti ribadisce i principi di ripudio della guerra e di accoglienza. ‘

«Come cittadino che fa riferimento alla Costituzione italiana (art. 11) che ripudia la guerra, e da credente e vescovo che fa riferimento al Vangelo, credo sia mio e nostro dovere offrire solidarietà umana e accoglienza a chi fugge dalla guerra – aggiunge – ma è altrettanto doveroso un impegno deciso e radicale contro l’irrazionalità e l’immoralità di ogni guerra e la sua preparazione. Non possiamo versare benzina sul fuoco. E’ questa è la conversione che vogliamo chiedere anche in questo tempo quaresimale», conclude augurando che ‘«allo ius in bello si sostituisca il diritto internazionale alla pace».

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