Nel 2021 la produzione metalmeccanica nelle province di Bari e Bat è cresciuta anche se “E’ risultata più fiacca” del resto d’Italia (dove si è registrato un +15,9%), “perchè indebolita dalla crisi del polo Automotive del capoluogo pugliese”. Infatti solo 36 aziende su 100 hanno dichiarato un aumento produttivo contro il 49% del dato nazionale.
E’ l’analisi del presidente della Sezione Meccanica, Elettrica, ed Elettronica di Confindustria Bari BAT Cesare De Palma, nell’ambito della 161ma indagine congiunturale di Federmeccanica, in occasione della manifestazione “I Giorni della Metalmeccanica”. Al momento le aspettative per il 2022 delle imprese metalmeccaniche intervistate dal Federmeccanica sono fortemente condizionate dalle conseguenze economiche del conflitto in Ucraina che inasprisce ulteriormente gli aumenti dei prezzi energetici e delle materie prime.
Meno coinvolto è invece l’export. L’incidenza del mercato russo sul totale export della meccanica italiana, infatti, e’ l’1,6%. A pesare è anche la crisi del comparto Automotive, alle prese con l’urgenza della transizione verso la mobilita’ elettrica. Il comparto ha infatti registrato in Italia nel 2021 un calo della produzione del 13%. A frenare la crescita nel quarto trimestre 2021, vi e’ stato anche il caro-materie prime. Nell’area di Bari e BAT la consistenza degli ordini e’ risultata per lo piu’ stabile (42% degli intervistati). “Il distretto meccanico cresce, ma non riesce a soddisfare la domanda di prodotto – spiega De Palma – non solo per la mancanza di materie prime e di componenti elettronici, ma soprattutto per la scarsita’ di risorse umane alle quali affidare montaggi, programmazione di sistemi informatici a bordo macchina, progettazione meccanica ed elettronica, gestione delle commesse, postvendita, service”.