Carcere Puglia, Capone: “Progetto di telemedicina per istituti di pena”

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“Programmeremo subito un incontro con l’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale della Regione Puglia per strutturare un progetto di telemedicina negli istituti penitenziari che renderebbe certamente meno onerose ma soprattutto più efficaci le cure per i detenuti”. Lo ha detto la presidente del consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, nel corso dei lavori del tavolo tecnico che si è svolto a Bari sul tema della salute all’interno delle strutture detentive pugliesi. A convocare l’incontro è stata Capone d’intesa con l’assessore alla Sanità, Rocco Palese, e su richiesta dell’associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale Antigone.

La presidente ha spiegato che “sono molte le problematiche delle carceri come il bisogno di psichiatri, psicologi e strutture specialistiche di settore che è un ulteriore elemento di cui tener conto. Il tema delle carceri è complesso ma la Regione intende affrontarlo fino in fondo e in sinergia con tutti gli attori coinvolti. È evidente che la garanzia di salute in favore delle persone detenute oggi necessita di un ripensamento e anche di una omogeneizzazione delle offerte territoriali. Occorre che cittadini come tutti gli altri ma privati della libertà possano avere accesso alla fruizione di un diritto che resta fondamentale ed inviolabile”, le parole di Piero Rossi, garante regionale dei diritti delle persone private della libertà.

“Affronteremo tutte le questioni e proveremo a fare la nostra parte – ha aggiunto Palesedobbiamo certamente ripartire da un maggiore raccordo tra struttura sanitaria e struttura penitenziaria. Sono certo che ogni Asl possa e debba indicare un referente per l’assistenza sanitaria nelle carceri e sono altrettanto convinto che sia necessaria una formazione specifica per i sanitari che operano negli istituti. L’impegno della Regione c’è e il primo passo sarà interessare il direttore dell’Ares, Giovanni Gorgoni, della necessità di sviluppare un progetto per portare la telemedicina nelle strutture penitenziarie”.

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