Un quadro donato alla cattedrale di Canosa di Puglia, nel nord Barese, nel giorno in cui la memoria liturgica ricorda la morte del patrono San Sabino, si è trasformato in polemica. Perché l’opera, un dipinto realizzato da Giuseppe Antonio Lomuscio e intitolato “Savinus vir dei”, vede tra i suoi protagonisti San Sabino, san Benedetto, di cui pare fu amico, e alcuni protagonisti della contemporaneità cittadina. Ovvero il parroco della cattedrale, don Felice Bacco e il presidente della fondazione canosina (che ha donato la tela) nonché presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana. Volti in parti nascosti da una mascherina (Fontana) e da un crocifisso (il sacerdote) che la comunità cittadina ha riconosciuto e non mandato giù come la spesa sostenuta dalle casse della fondazione pari a 20mila euro per realizzare l’opera.
A calmare le acque o almeno a provarci, è stato l’autore spiegando che rivendica “la piena autonomia nelle scelte interpretative”. “Tengo a precisare – specifica Lomuscio- che la scelta di tutti i soggetti rappresentati nella composizione è frutto di una libera interpretazione artistica dettata dall’esigenza di raccontare la storia della devozione verso i santi Sabino e Benedetto”. Inoltre, “alcuni soggetti, non necessariamente santi, rappresentano il mondo laico religioso, del passato del presente e tra questi ho scelto di ritrarre due autorevoli rappresentanti della comunità canosina di oggi: il presidente della Fondazione archeologica canosina l’attuale parroco della cattedrale, nonostante gli stessi nel corso della lavorazione mi avessero espressamente chiesto di non essere ritratti”.
Dalla cattedrale nessun commento ufficiale ma i ben informati riferiscono di un parroco “dispiaciuto” per l’accaduto perché convinto di “fare una cosa bella per Canosa”. Il quadro per il momento è stato esposto in chiesa.