L’assenza di un Regolamento che disciplini l’arredo urbano nel centro storico della città di Andria continua a produrre vittime. L’inerzia dell’Amministrazione comunale, la sciatteria che mette all’ultimo posto le priorità della città, a cominciare dai Regolamenti comunali che sanciscano regole precise per la Programmazione Strategica, causano malumori e disapprovazione nella cittadinanza e nel mondo associazionistico locale.
L’episodio che nelle ultime settimane ha focalizzato anche l’attenzione dei Mass Media regionali è quello legato alla cura da parte di un cittadino andriese di un luogo affascinante, allocato nel cuore del centro storico cittadino: il primo Vicolo Casalino con la “Stradina più Stretta” al primo Vicolo San Bartolomeo. Una cura costante e meticolosa che ha salvato negli ultimi tre anni quella zona del centro antico dall’incuria istituzionale, dal degrado, dalla sporcizia, dall’accumulo di rifiuti di ogni genere e dalla perversione di chi la utilizzava per farci di tutto. Un’abnegazione ed un senso civico del signor Antonio Vilella e della sua famiglia che ha fatto registrare anche le positive prese di posizione della Prima Cittadina della città federiciana che ne ha pubblicamente elogiato l’opera volontaristica e la bellezza di quel luogo restituito alla fruizione dei turisti e dei cittadini.
Quelle stesse istituzioni che hanno elogiato questa opera sono state quelle che, a distanza di tre anni, ne hanno decretato la morte. Una sconfitta rappresentata dalla rimozione degli arredi floreali, delle piante e delle suppellettili artigianali che rendevano quel luogo magico, straordinario ed apprezzato da tutti.
Accanto alla battaglia civica del cittadino Vilella immediatamente si era schierato l’Attivista Civico, Presidente Unibat, Savino Montaruli, il quale oggi, dopo un lungo colloquio con il signor Vilella, ha dichiarato: “una sconfitta per la città. Un accanimento nei confronti di chi ha dato dimostrazione che cambiare si può; nei confronti di chi, con risorse proprie e spirito di sacrificio, aveva trasformato un luogo degradato ed abbandonato dalla politica da palcoscenico e dalle istituzioni deboli ed assenti in un giardino urbano. Una sconfitta per chi predica bellezza ma dispensa punizioni per chi non è allineato. E’ vero, le regole vanno rispettate e noi siamo stati i primi ad affermarlo. Chissà se allo stesso modo la pensino da Palazzo San Francesco rispetto alle tantissime storture che si registrano ormai da troppo tempo in questa città. Si, quel luogo era troppo appariscente, troppo bello e visibile per non essere “attaccato” da chi non lo tollerava perché non è stato partorito dalla propria mente mediocre. E’ la regola della propaganda più becera e dannosa. Siamo orgogliosi – continua Montaruli – non solo di aver sostenuto il Vilella nella sua battaglia civica ma anche di averlo poi sostenuto. oggi, nel rimuovere seppur a malincuore quei manufatti, per il rispetto delle regole, di un Regolamento che ad Andria non c’è, non esiste. Ora sosterremo i residenti del Centro Storico che si stanno organizzando in Sodalizio pubblico e che hanno tutte le intenzioni di non rinunciare alle loro prerogative di Cittadini Attivi, propositivi, laboriosi e non disposti a soccombere”.