Nella seduta
pomeridiana del 13 gennaio 2022 la
Camera dei Deputati ha approvato la relazione della
Giunta per le autorizzazioni che ha proposto di respingere la domanda di
autorizzazione all’uso di captazioni informatiche nei confronti del deputato e
magistrato Cosimo Ferri presentata dalla Sezione disciplinare del Consiglio
superiore della magistratura nell’ambito di un procedimento disciplinare a suo
carico.
Durante la fase di
competenza giuntale è stato chiarito che la domanda riguardava “Ferri,
avvenute il 9 maggio 2019, il 21 maggio 2019, il 28 maggio 2019 e il 29 maggio
2019 la captazione informatica, effettuata per mezzo del Trojan
Horse inserito nel telefono cellulare del magistrato Luca Palamara, di
conversazioni, alle quali ha preso parte l’on.”. Nella stessa
fase sono stati acquisiti i fatti che seguono:
– il deputato Ferri
non era indagato nel procedimento penale in cui sono state disposte le
intercettazioni che la Sezione disciplinare del CSM chiede di usare nei suoi
confronti;
– ciò nonostante, nella
richiesta del PM di Perugia di sottoporre ad intercettazione il dispositivo
cellulare del Dr. Palamara era citata la dichiarazione di un indagato il quale
affermava che lo stesso Palamara e il deputato Ferri erano i riferimenti di un
altro indagato, l’avvocato Pietro Amara, all’interno del CSM;
– alla data di
autorizzazione delle intercettazioni era già nota, per i risultati di pregresse
attività intercettive, l’esistenza di contatti telefonici tra Palamara e Ferri
ed era ugualmente noto che i due avevano un rapporto di stretta frequentazione,
– il nome del
deputato continuò a ricorrere nelle successive richieste di proroga delle
operazioni di intercettazione e fu posta una crescente enfasi sul fatto che il
rapporto tra i due magistrati fosse dovuto non soltanto a ragioni di colleganza
professionale ed alla comunque militanza associativa ma anche alla condivisa
partecipazione “ad altri contesti connotati quanto meno da elementi di
opacità in relazione ai partecipanti agli incontri”;
– le modalità di
conduzione delle operazioni intercettive, sia nella registrazione che
nell’ascolto, presentano plurime anomalie che tutte insieme considerate
rafforzano la tesi di un disegno volto ad occultare il reale intento degli
investigatori di considerare il deputato Ferri come un bersaglio mirato
dell’attività di captazione.
Sulla base di
questi fatti la Giunta per le autorizzazioni ha deliberato a maggioranza di
negare l’autorizzazione richiesta dalla Sezione disciplinare del CSM e la
Camera dei Deputati si è orientata in senso conforme.
E’ vero il
parlamentare ha delle prerogative che l’incarico prevede e consente. E’ vero
però che se non hai nulla da temere puoi chiedere di rinunciare alla tue
prerogative di parlamentare e affrontare la giustizia come fanno tutti i comuni
mortali. Ma questa è demagogia e me ne scuso.
Franco Marella