Chi ha tradito Anna Frank? Forse svelato il mistero dopo 77 anni.

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Un cold case (caso freddo) lungo 77 anni tanto è durato, o meglio sarebbe durato, il caso di Anna Frank la famiglia ebrea sterminata nel campo di concentramento di  Auschwitz-Birkenau. Il lavoro certosino di un team di investigatori avrebbe identificato in un insospettabile notaio ebreo colui che “vendette” la famiglia Frank ai nazisti pur di salvare la sua. La famiglia Frank scampò per due lunghi anni alle grinfie dei sudici nazisti ben nascosta al 263 di Prinsengracht ad Amsterdam.

La storia è stata dipanata e riscritta nel libro di prossima uscita “Chi ha tradito Anne Frank”  curato dalla poetessa e biografa canadese Rosemary Sullivan con la fattiva collaborazione del videomaker olandese Thijs Bayens, dallo storico e giornalista Pieter van Twisk, e dall’ex agente Fbi Vince Pankoke.

Una ricerca durata sei anni con  moderne tecniche investigative, si è fatto ricorso a complessi algoritmi informatici per cercare connessioni tra molte persone diverse, una tecnica che se fatta senza l’aiuto di questo programma avrebbe richiesto migliaia di ore di lavoro. 

Come dicevo, un lavoro lungo e meticoloso. Centinaia di pagine esaminate, migliaia di foto selezionate, centinaia di fascicoli custoditi nei data base in mano al governo ebraico e americano, e secondo me , anche presso la santa Sede. Alla fine si è giunti alla conclusione che a tradire Anna Frank fosse stato il notaio a cui era stato ordinato di selezionare i nomi di ebrei da deportare. Attività che continuò fino al gennaio del 1943, quando anche lui fu denunciato dalle SS in quanto ebreo. Messo alle strette, nel gennaio 1944 decise di scambiare la sua libertà con quella degli ebrei che si erano nascosti. 

Secondo quanto ricostruito, Arnold van den Bergh, notaio ebreo di Amsterdam che aveva contatti con i nazisti, con ogni probabilità “ha tradito” i Frank per salvare la sua stessa famiglia. Il notaio era stato membro del “Jewish Council di Amsterdam”, (che nasce nel 1941 sulla spinta di 20 rappresentanti della comunità ebraica di Amsterdam), un organismo costretto ad attuare la politica nazista nei quartieri ebraici della città.

Fu sciolto nel 1943 e i suoi membri furono inviati nei campi di concentramento. I ricercatori hanno scoperto che Van den Bergh non era stato mandato in un campo, e viveva ad Amsterdam. “Quando Van den Bergh ha perso le sue protezioni che lo esentavano dal dover andare nei campi, ha dovuto fornire qualcosa di prezioso ai nazisti. La soffiata ai nazisti sul nascondiglio di Anna Frank e della sua famiglia, al numero 263 di Prinsengracht, non sarebbe arrivato quindi da cittadini comuni, ma da un ebreo. Quanto scoperto dal team si allinea con le affermazioni del padre di Anna, Otto Frank, unico sopravvissuto della famiglia ad Auschwitz-Birkenau, che in un’intervista del 1948 avrebbe detto: “Siamo stati traditi dagli ebrei”.

Ma la ricerca ha anche chiarito la teoria secondo la quale il ritrovamento del rifugio dei Frank non fu casuale come anche (falso) che il traditore fosse il responsabile del magazzino dell’azienda “Opekta e Gies & Co” , Willem van Maaren, o ancora ha tolto dubbi su una donna, Ans van Dijk, che in quegli anni terribili, fingendo di essere una partigiana della resistenza, tradì più di 200 persone. E’ probabile invece che il magazziniere avesse scoperto chi era il traditore, tanto che in alcune rare occasioni  aveva detto che il delatore era ebreo ed era morto.

La teoria a cui fa riferimento l’ex FBI Pankoke riguarda la questione di una nota anonima, ritrovata negli uffici della polizia danese, fornita al padre di Anna, Otto Frank. In detta nota si indicava nel notaio ebreo il traditore. Tuttavia il mistero non è stata chiarito del tutto. I dati raccolti per esempio non sono stati suffragati da testimonianze poichè molti ebrei non hanno fatto più ritorno dalle loro famiglie o sono morti negli anni a seguire. Dunque: e’ vero che il delatore fu Van den Bergh? Possibile ma non ancora certo.

Franco Marella

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