“Per la prima volta una legge che dovrebbe tutelare maggiormente l’ambiente e i beni culturali in realtà favorisce la cementificazione senza limiti. Una domanda è d’obbligo: chi volevano favorire i consiglieri regionali? Non certo la valorizzazione delle splendide località”.
E’ quanto dichiara Giovanni Vianello, deputato tarantino del gruppo Misto, commentando la sentenza dello scorso 23 dicembre con cui la Corte Costituzionale ha ritenuto incostituzionale la legge della Regione Puglia del 21 settembre dell’anno scorso e relativa alla “Istituzione dei parchi naturali regionali Costa Ripagnola e Mar Piccolo”.
La motivazione della Corte è basata su un indebolimento delle norme di tutela ambientale e paesaggistica voluto da parte della Regione Puglia in aree già vincolate dal piano paesaggistico regionale.
“La Consulta non ha bocciato la tutela ambientale e la valorizzazione territoriale, al contrario ne preserva l’interesse e fortunatamente è ancora in corso l’iter istitutivo dell’area marina protetta di competenza statale del mar Piccolo e delle Isole Cheradi avviato grazie a un mio emendamento”, continua Vianello, che si dice dispiaciuto perché “nessuno ha lavorato a livello statale per la Costa Ripagnola, purtroppo riconoscendo il bellissimo tratto di costa, non conosco approfonditamente lo stato degli habitat e delle specie per cui mi rendo disponibile per costruire insieme percorsi di tutela ambientale e paesaggistica”.