Un confronto tra gli esercenti ed Unibat questa mattina ad Andria. Le festività entrano nel vivo ed ecco che la polemica sorta dopo quel clamoroso “La pacchia è finita” che con tanta disinvoltura è stato gettato quasi come un guanto di sfida da parte dell’Amministrazione comunale agli esercenti pubblici, fa registrare ulteriori prese di posizione. Durissima la nuova reazione di Unibat che, con le parole del suo presidente Savino Montaruli, dichiara: “dalle nostre interlocuzioni con i pubblici esercenti emergono situazioni a dir poco sensazionali. Controlli addirittura improntati al divieto anche di diffusione musicale all’interno dei locali con orientamento della fonte verso l’esterno. Ma davvero siamo arrivati a questo punto? Davvero si pensa di chiudere in questo modo, con le vessazioni e senza alcuna interlocuzione preliminare né confronto su questa delicata questione evidentemente sfuggita di mano all’ente pubblico, che maldestramente ha tentato di porvi rimedio ma senza risultato? Abbiamo richiesto un urgente incontro con la Sindaca – continua Montaruli.
“A Palazzo San Francesco non possono continuare ad ignorare questa vicenda che rischia di essere ancor più contaminata ma che va invece risolta subito. Abbiamo le nostre proposte, nelle more della modifica di quel Regolamento ambiguo e mai concertato. Vietare e multare pesantemente i pubblici esercenti che diffondono o diffonderebbero musica dall’interno del proprio locale, nonostante il pagamento e l’autorizzazione della Siae e rispettando i limiti delle emissioni sonore è da masochisti; è da chi vuole per forza che Andria viva l’epilogo del suo declino e questo non è consentito a nessuno, neppure a chi si fa scudo di un Regolamento evidentemente poco chiaro e difforme da quanto accade in tutti i comuni vicini della stessa provincia. Quel Regolamento, come altri approvati dalla gestione commissariale in autonomia e con estrema disinvoltura e faciloneria, va rivisto ma, nelle more SALVIAMO IL NATALE ANDRIESE” – ha concluso Montaruli di Unibat che per primo era intervenuto sulla delicatissima questione che investe non solo la tradizione ma anche l’indotto economico della città di Andria.