“Rendere i controlli più rigidi, migliorare la struttura organizzativa e potenziare progetti utili alla collettività in cui impiegare i percettori del reddito di cittadinanza per 8 ore settimanali. Abolire questa misura, vorrebbe dire acuire ancor di più il problema della povertà e non garantire a tutti i cittadini condizioni di uguaglianza e pari diritti”. Lo ha detto l’assessora al Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone, nel corso del convegno organizzato a Bari e intitolato “Le politiche contro le povertà: risultati raggiunti e scenari evolutivi”.
Durante i lavori, è stato fatto un monitoraggio delle misure per il contrasto alla povertà, in modo tale da analizzare punti di forza e di debolezza del reddito di cittadinanza e del reddito di dignità regionale. “Il reddito di dignità, dalla sua istituzione, nel 2016, ha permesso di aiutare circa 32mila famiglie pugliesi in condizioni di povertà e fragilità socioeconomica, con una spesa che ad oggi ammonta a 53 milioni di euro, ma che arriverà entro il 2023 a superare i 75 milioni”, ha ricordato Barone evidenziando che “non è stato solo un sussidio economico perché sono stati sottoscritti oltre 25mila patti d’inclusione e supporto e attivati oltre 17mila tirocini formativi o attività similari, ma anche formazione e servizi alle famiglie”.
“Dobbiamo far sì che questa misura venga sempre più conosciuta dalle aziende e il nostro impegno – ha proseguito – è reale e concreto. Abbiamo attivato una collaborazione con gli atenei per poter migliorare ulteriormente questa misura, che deve diventare un punto di riferimento. Con gli anni abbiamo perfezionato i meccanismi della misura, abituandoci a una presa in carico complessa e integrata”. A ottobre la giunta ha approvato la variazione al bilancio di previsione 2021 e pluriennale 2021-2023 “per assicurare la continuità della misura per l’annualità 2022 con una dotazione di 14 milioni di euro”, ha concluso.